Il Microbiota intestinale (la cosiddetta “flora intestinale”) è l’insieme di microrganismi presenti nel nostro intestino, costituito da batteri, virus, funghi e protozoi. Viene considerato, alla luce delle attuali conoscenze (sempre in divenire), un ulteriore organo del nostro corpo con importantissime e numerose funzioni.
Le cellule che compongono il nostro corpo sono 10.000 miliardi, mentre i microrganismi che ospitiamo nel nostro apparato gastro-intestinale sono 100.000 miliardi!
Il genoma umano (DNA) è costituito da 20.000 geni, quello del nostro microbiota (definito nel suo insieme Microbioma) da 3.300.000 geni.
Per quanto studiato e scoperto finora vi si riconoscono 1000 diverse specie di microrganismi, distribuite in quantità crescente procedendo dallo stomaco verso il colon, sia come numero che come biodiversità (varietà di forme e specie). Questa biodiversità nel suo equilibrio è condizione essenziale affinché il microbiota possa svolgere le sue funzioni, interagendo e regolando le varie funzioni del nostro organismo, giungendo addirittura ad influenzare il metabolismo e il tono dell’umore intervenendo sull’asse intestino cervello! Quindi possiamo a buona ragione reinterpretare l’asse “intestino-cervello” come un triangolo “microbiota-intestino-cervello”
La condizione di equilibrio del microbiota è definita Eubiosi, mentre la perdita dell’equilibrio è definita Disbiosi. Esistono diversi tipi di disbiosi in relazione al tratto di intestino interessato, condizione che deve essere adeguatamente diagnosticata e trattata, in modo differenziato, poiché le conseguenze negative sono molteplici, valutato l’ampio spettro d’azione e di influenze implicate.
Le funzioni del Microbiota
Le funzioni del microbiota sono:
- Metaboliche
- produzione di vitamine
- sintesi di aminoacidi
- trasformazione degli acidi biliari
- fermentazione dei substrati non digeribili presenti nel cibo
- produzione di acidi grassi a catena corta (con molteplici funzioni regolatorie)
- secrezione di antimicrobici
- Protettive
- secrezione di antimicrobici
- resistenza alla colonizzazione da parte di patogeni
- attivazione della risposta immunitaria
- regolazione dell’infiammazione
- sviluppo del sistema immunitario
- fortificazione della barriera intestinale
- Strutturali
- sviluppo del sistema immunitario
- fortificazione della barriera intestinale
- accrescimento, differenziazione e regolazione delle cellule della mucosa intestinale
- sviluppo dei villi intestinali
- produzione del muco protettivo e in cui si insedia una parte del microbiota stesso
Queste sono solo alcune delle funzioni del nostro microbiota, che produce anche neurotrasmettitori e ormoni, influenzando la percezione del dolore, la motilità e la secrezione intestinale, la produzione dei vari succhi digestivi (circa 2 litri al giorno), regola la digestione e interviene sul metabolismo dei grassi.
Quali fattori possono alterare l’equilibrio del microbiota?
Ecco alcuni fattori che possono alterare l’equilibrio del nostro microbiota:
- errori alimentari (fast food, scarsa introduzione di fibre, cibi raffinati, eccesso di zuccheri…)
- infiammazioni intestinali
- periodi di stress prolungato, ansia, depressione
- difficoltà e insufficienza digestiva
- tossici presenti negli alimenti (additivi, conservanti, pesticidi, fertilizzanti chimici…)
- stile di vita alterato (sedentarietà, fumo, eccesso di alcool, mancanza di adeguato riposo…)
- abuso di farmaci (antibiotici, lassativi, cortisonici, tranquillanti, contraccettivi orali…)
- alterata motilità dell’intestino
Determinante è l’inizio della storia del microbiota: fondamentali il parto naturale e l’allattamento al seno per una corretta colonizzazione dell’intestino del bambino, in caso contrario è fortemente consigliato un adeguato trattamento di riequilibrio.
Variazioni fisiologiche della composizione del microbiota avvengono in base all’età, fattore di cui tener conto nel trattamento, alterazioni particolari sono presenti anche in caso di sovrappeso e obesità condizionando la possibilità di dimagramento e anche in questo caso l’intervento sul microbiota dovrà essere mirato.
Quali sintomi possono far sospettare la presenza di disbiosi?
- Alcuni sintomi che possono far sospettare la presenza di disbiosi sono:
- dolore addominale
- stitichezza e/o diarrea
- disturbi gastrici e borborigmi (brontolii)
- flatulenza
- alitosi
- eruttazioni e gonfiore
- movimenti irregolari dell’intestino
- nausea
- alterazioni dell’appetito
- lingua ispessita
- prurito rettale e/o vaginale
- infezioni da candida
- disordini ginecologici
- difficoltà urinarie
- rash e altri problemi della pelle
- reazioni allergiche
- dolore toracico
- problemi cardiaci
- perdita di capelli
- deformazione delle unghie
- aumentata sudorazione
- debolezza
- vertigini e stanchezza
- difficoltà di concentrazione
- nervosismo
- ansia
- depressione
Vista la molteplicità e l’importanza delle sue funzioni comprendiamo bene quanto sia rilevante
ripristinare e mantenere l’equilibrio del microbiota (Eubiosi) attraverso interventi nutrizionali adeguati e con l’uso appropriato, personalizzato e mirato di prebiotici, probiotici (i cosiddetti “fermenti lattici”) prescritti in base al tipo di disbiosi, migliorando lo stile di vita, lavorando su tutte le componenti che abbiamo visto essere coinvolte.
Importante è sottolineare che quando ci nutriamo nutriamo anche il nostro microbiota che utilizza prevalentemente le fibre solubili componenti di verdura, frutta, legumi e cereali integrali (questi ultimi non adatti in particolari tipi di disbiosi). Questi alimenti vanno introdotti e gestiti sempre valutando il singolo paziente.
Tale terapia si può (a volte si deve) accompagnare all’utilizzo di integratori e terapie biologiche.
Anch’essi saranno da personalizzare in base:
- alla storia clinica del singolo paziente
- all’eventuale presenza di sintomi gastrointestinali o in altri distretti, se riconducibili all’intestino come origine o concausa
- alla presenza di tossine attuando un’efficace azione disintossicante
- alla presenza di perdita dell’integrità della parete intestinale (con possibile innesco di patologie allergiche, infiammatorie o autoimmuni) ripristinandola
- alla presenza di campi di disturbo alimentare (intolleranze alimentari, ipersensibilità, allergie alimentari) identificandoli e trattandoli.
Questo fondamentale aspetto del nostro benessere spesso trascurato, misconosciuto, non adeguatamente approfondito e trattato risulta in molti casi essere la chiave di volta per la soluzione di molti sintomi e problemi, permettendoci di affrontare le nostre giornate e gli inevitabili problemi al meglio della nostra capacità reattiva e di guarigione.